Ciclovia di Dante, in bici da Ravenna a Firenze - Bikeitalia.it

2022-07-23 10:36:15 By : Ms. Alisa leung

La Ciclovia di Dante è un affascinante itinerario che si snoda tra Emilia-Romagna e Toscana, ripercorrendo i luoghi attraversati dal celebre poeta, padre della lingua italiana, durante il suo esilio. Un percorso di 225 chilometri che collega Ravenna a Firenze toccando numerosi borghi ricchi di storia, arte e cultura. Attraverso una grande varietà di paesaggi che spaziano dalla pianura alle colline, da fitti boschi ad aree umide, la Ciclovia di Dante sorprende e conquista. L’itinerario, che si sviluppa principalmente su sterrati protetti e strade secondarie, è adatto a tutte le tipologie di cicloviaggiatori e può essere suddiviso in 3 o 4 tappe da affrontare in gravel o e-bike.

Si parte da Ravenna, con la visita della città in cui Dante trascorse l’ultimo periodo della sua vita, per poi dirigersi verso la Pineta di Classe, uno dei più grandi polmoni verdi della Riviera Adriatica, situato all’interno del più ampio Parco delta del Po. Nota sin dall’anno mille, quest’area naturalistica era già all’epoca oggetto di particolari attenzioni da parte della comunità monastica dei camaldolesi per via delle ingenti entrate legate all’economia del pinolo.

Si pedala in questo piccolo paradiso caratterizzato da aree umide e punti di sosta dedicati all’osservazione dell’avifauna per circa 22 km prima di raggiungere Cervia, celebre per la produzione di sale. Se la salina, situata all’ingresso del borgo, con la sua antica storia e il suggestivo ambiente naturalistico popolato da aironi, cavalieri d’Italia e fenicotteri costituisce la principale attrattiva di Cervia, non mancano altre risorse: dalle acque particolarmente limpide tanto da essere insignite del riconoscimento della Bandiera Blu dal 1998, a prodotti eccellenti come le cozze, il cardo dolce e l’asparago di Pinarella, le cui proprietà organolettiche si devono alla natura sabbiosa del terreno.

Da Cervia ci si sposta verso sud-ovest lungo la Ciclovia del fiume Savio e, percorrendo strade bianche e sterrate pianeggianti, si raggiunge poco dopo il Parco Fluviale di Cannuzzo. Si pedala tra le rive del fiume, in mezzo a boschi di salici e di pioppo bianco, fino ad arrivare a Forlimpopoli, cittadina situata alle pendici dei primi rilievi appenninici, tra la Via Emilia e la Valle del Bidente. La città è conosciuta per aver dato i natali al famosissimo re della cucina vissuto nell’Ottocento, Pellegrino Artusi, al quale è stato dedicato il primo centro di cultura gastronomica – “Casa Artusi”- dove si può gustare la cucina tradizionale oppure partecipare ai corsi di perfezionamento sulle tecniche di cucina.

Si riparte lungo la Via Emilia per affrontare la prima salita che, superato un dislivello di 160 metri, conduce al Colle Cesubero. Qui sorge Bertinoro, il “balcone della Romagna”, annoverato tra i borghi più belli dell’Emilia-Romagna e nell’elenco dei borghi autentici d’Italia. Bertinoro vanta, infatti, una splendida vista che spazia dalla pianura sottostante fino alla riviera adriatica. Le origini del suo nome risalirebbero alla figlia dell’imperatore Teodosio, che dopo aver assaggiato un vino di quest’area pare aver pronunciato l’espressione “Non di così rozzo calice sei degno, o vino, ma di berti in oro”.

Mura e torri rivelano le sue origini medievali, la cui massima espressione artistica risiede nella splendida Rocca costruita intorno all’Anno Mille, che nel 1302 ospitò Dante, come ricorda Carducci nella sua ode “La Chiesa di Polenta”.

Bertinoro è stata anche ribattezzata la “città del vino”: al bianco DOCG Albana, prodotto da vitigni autoctoni romagnoli, “l’oro di Bertinoro”, e al Sangiovese si affiancano, infatti, due vini antichi, il Pagadebit e il Cagnina di Romagna, ancora oggi prodotti grazie alla caparbietà e alla tenacia dei viticoltori locali. Da assaggiare, inoltre, la Saba, uno sciroppo d’uva utilizzato per condire le ricette locali e il Savor, una marmellata prodotta nel periodo seguente alla vendemmia dai contadini.

Ritornati giù in pianura, si raggiunge Forlì pedalando lungo la Ciclabile Fluviale del Fiume Ronco. Situata a pochi chilometri dalle località balneari della Riviera Adriatica e ai piedi delle verdi colline dell’Appennino Tosco-Romagnolo, la città nel 1303 ospitò Dante Alighieri alla corte di Scarpetta Ordelaffi. A segnare più di ogni altra epoca la storia di Forlì furono quella romanica e rinascimentale, le cui testimonianze sono visibili nella basilica di San Mercuriale, nel Palazzo Comunale, sede del Municipio con la Torre Civica, nei quattrocenteschi Palazzo del Podestà e Palazzo Albertini.

Attraversata la ciclabile del Fiume Montone le successive tappe sono Castrocaro e Terre del Sole. Castrocaro Terme, rinomata località termale vanta un’imponente fortezza, l’omonima Rocca, che domina la splendida vallata sottostante. Durante la dominazione fiorentina, Castrocaro fu capoluogo delle terre fiorentine in Romagna, la cosiddetta Provincae Florentinae in partibus Romandiolae. A soli cinque chilometri a nord-est si giunge a Terra del Sole, città rinascimentale costruita nel 1564 sotto l’egida di Cosimo I de’ Medici, nel rispetto dei canoni e delle proporzioni della città ideale umanistica, come avamposto difensivo contro la minaccia dello Stato Pontificio.

Si prosegue verso nord-est Tra paesaggi bucolici e dolci colline, giungendo a Brisighella, uno dei borghi più belli d’Italia, bandiera arancione del Touring Club Italiano. Il paese sorge su uno dei tre pinnacoli di gesso su cui poggiano la Rocca Manfrediana del XV secolo, la Torre detta dell’Orologio del XIX secolo costruita su un precedente fortilizio del 1290 e il Santuario del Monticino del XVIII secolo. Il suggestivo borgo, che si articola tra le mura medievali, il dedalo di viuzze e le scale scolpite nel gesso, vanta anche un eccellente olio extra vergine di oliva, Brisighella DOP, dal sapore intenso e nello stesso tempo delicato. Brisighella si inserisce nel suggestivo contesto paesaggistico del Parco Regionale della Vena del Gesso: qui doline, valli cieche e grotte carsiche si alternano lungo un’imponente dorsale grigio argentea, interrompendo bruscamente il dolce paesaggio collinare e regalando panorami sconfinati.

Percorrendo la Statale 302 si raggiunge l’ultima tappa in Emilia-Romagna dell’itinerario, Marradi, noto per i prelibati “marroni”. Attraversato il confine con la Toscana, a pochi chilometri dal Borgo San Lorenzo, si erge il Castello di Pulicciano, teatro di sanguinose battaglie tra guelfi bianchi e ghibellini da una parte, guidati da Scarpetta degli Ordelaffi, che protesse e ospitò Dante a Forlì, e guelfi neri dall’altra. Superato il passo della Colla, a un’altitudine di 913 metri slm, si raggiunge dopo una discesa di 17 km Borgo San Lorenzo, lungo la Via Faentina. Ribattezzato “città della ceramica“, fu anch’esso a lungo conteso tra guelfi e ghibellini. Tra i suoi capolavori spicca la Pieve di San Lorenzo, caratterizzata da un campanile a forma di esagono irregolare e da diverse opere di pregio custodite al suo interno, tra le quali una Madonna col bambino attribuita a Giotto.

Ultima tappa, prima di raggiungere Firenze, San Piero a Sieve, che deve il proprio nome alla Pieve di San Pietro. Il borgo visse il suo massimo periodo di splendore sotto i Medici che edificarono, tra gli altri, il Castello del Trebbio, oggi sito UNESCO insieme alla splendida Villa e al Giardino Mediceo di Pratolino. La discesa finale ci conduce a Firenze, città natale del poeta, lungo la Via Bolognese fino ad arrivare innanzi al monumento di Dante, in Piazza Santa Croce.

Per maggiori informazioni: https://www.dantebike.it/

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