Pubblicato il 05.03.18 di Paola Botte Aggiornato il 02.03.18
Diversi milioni di italiani "over 65" portano una protesi dentaria, molti altri anche al di sotto di questa fascia d'età. È dunque statisticamente probabile che più di una volta nella propria vita lavorativa, un Operatore socio sanitario debba trovarsi a gestirne una. In questo contesto, diventa importante saperle distinguere, pulire e conservare.
Simulazione: Spazzolare i denti della dentiera dall'alto verso il basso
La bocca, insieme agli occhi, sono il nostro biglietto da visita. Quando incontriamo qualcuno, questi presumibilmente si soffermerà sul nostro sguardo e il nostro sorriso. E se la dentatura sarà curata non avremo paura a mostrarlo. Se al contrario sarà sporca magari proveremo imbarazzo a parlargli.
Stessa cosa vale per chi al posto dei denti naturali porta una protesi dentaria. C'è un'aggravante però, e cioè che chi ha in bocca un impianto o una dentiera forse si sente già a disagio a parlare, mangiare e ridere in presenza di altre persone. E magari sta soffrendo anche di problemi legati all'adattamento della protesi come dolori, difficoltà a muovere la bocca, a masticare, secchezza della mucosa orale, ecc.
Occuparsi dell'igiene delle protesi dentarie di un assistito vuol dire quindi non solo garantire che la sua bocca sia sana e funzionale, ma vuol dire anche curare un fattore estetico che contribuisce al suo stato di benessere psico-fisico.
Questa premessa è fondamentale per comprendere che quando si parla di interventi assistenziali ad una persona, soprattutto se a lungodegenza, non esistono procedure di serie A e di serie B. Tutto va quotidianamente svolto con cura. A meno che non ci siano disposizioni mediche o infermieristiche prioritarie o emergenze/urgenze da gestire nell'immediato.
Prima di soffermarci sull'igiene della protesi è necessario fare un passo indietro, all'accettazione del paziente.
Al momento dell'accoglienza infatti, infermieri, tecnici o Oss devono chiedere espressamente al paziente se è portatore di protesi mobile e verificarne il suo stato. Se è integra oppure no.
Questo perché serve ad attivare una serie di procedure utili alla sua conservazione, che sono:
Un'altra parentesi che merita di essere aperta riguarda la tipologia di dentiere.
A noi basta sapere che esiste una grande distinzione tra:
Quest'ultima tipologia può essere parziale o totale. Nel primo caso, la protesi è ancorata ai denti naturali o artificiali tramite dei ganci. Nel secondo caso, la protesi sostituisce una o entrambe le arcate dentarie poggiando solo sulle mucose e sull'osso della persona.
Altre tipologie, che scorriamo velocemente sono:
Un'altra cosa da sapere è che i materiali di cui è composta la protesi sono molto sensibili e delicati, come la resina, la ceramica o i compositi e per questo motivo bisogna trattarli con massima attenzione e delicatezza.
Dopo questa infarinatura generale è possibile elencare la procedura da seguire per l'igiene della dentiera, che sia parziale o totale poco importa.
Nel caso in cui il paziente non voglia o non possa tenere la protesi in bocca, è necessario sostituire il passaggio 12 con uno dei seguenti metodi di conservazione:
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