L'uso del laccio emostatico in ambito extraospedaliero nella gestione delle ferite sanguinanti. - AssoCareNews.it - ​​Quotidiano Sanitario Nazionale

2021-11-29 10:19:40 By : Mr. YC Store Fixture

La decisione di applicare il laccio emostatico deve essere sempre tenuta presente in caso di eventi traumatici massicci. Va comunque precisato che nel 99% dei casi il sanguinamento sia venoso che arterioso può essere adeguatamente controllato eseguendo un'adeguata compressione manuale.

Infatti, salvo situazioni particolari, l'approccio preferito deve essere quello compressivo. La decisione di applicare il laccio emostatico deve essere sempre tenuta presente in caso di eventi traumatici massicci.

Quando si parla di “laccio emostatico”, detto anche laccio emostatico arterioso, ci si riferisce ad un dispositivo utile a determinare l'arresto completo del flusso sanguigno a valle dal punto in cui viene applicato. A differenza di quanto avviene con l'applicazione di un laccio emostatico venoso, le dimensioni dei vari tipi di QT fanno sì che quest'ultimo generi una pressione non distribuita su un unico punto. La pressione generata si distribuisce su tutta la circonferenza dell'arto su cui viene applicata, determinando di conseguenza un arresto completo della circolazione artero-venosa e linfatica.

L'applicazione del laccio emostatico arterioso viene utilizzata, tuttavia, solo in caso di evento drastico, poiché, a causa del suo utilizzo, le complicazioni possono essere anche piuttosto gravi a valle del punto di applicazione. Pertanto, in un contesto extraospedaliero in cui vi sia una condizione di emergenza dovuta al fenomeno emorragico, questa deve essere applicata solo se l'uso della garza, l'elevazione dell'arto e la compressione non hanno portato al raggiungimento di risultato. La letteratura ha dimostrato che il laccio emostatico è indicato per lesioni agli arti e non può essere utilizzato per lesioni alla testa, al collo o al busto. Per il controllo di ferite sanguinanti esterne in pazienti traumatizzati gravi e potenzialmente letali in cui non è possibile l'uso del laccio emostatico, si consiglia la compressione.

si suggerisce l'uso diretto ed eventualmente aggiuntivo di medicazioni emostatiche. L'uso di TQ è ampiamente utilizzato nel caso di:

CAT (LAMOCCIO PER APPLICAZIONE DI COMBATTIMENTO).

Giunto alla sua settima versione, è il TQ più utilizzato. Quest'ultimo è infatti ufficialmente utilizzato dalle forze israeliane, canadesi e statunitensi. Ha un sistema di pressatura che prevede una barra in plastica rigida collegata ad una fascia interna che fornisce la corretta pressione su tutta la circonferenza dell'arto. In seguito al suo posizionamento, una volta applicata una pressione sufficiente a fermare l'emorragia, la barra viene fissata ad un gancio e chiusa con un velcro: questo permette al dispositivo di rimanere ben posizionato anche durante i movimenti nelle fasi di evacuazione e trasporto. dei feriti.

Andando ad elencare i componenti del CAT troviamo: • Fibbia a percorso singolo;

• Asta stringifascia; • Clip di fissaggio;

• Etichetta utile per indicare il momento della domanda; • Piastra stabilizzatrice; • Fascia interna utile per effettuare una compressione uniformemente distribuita.

Fu utilizzato per la prima volta nel 1904 da Harley Cushin. Il suo scopo era quello di mantenere il campo operatorio libero dal sangue durante l'intervento chirurgico agli arti. Da quel momento il suo utilizzo è diventato indispensabile per l'esecuzione di particolari interventi. Questo tipo di dispositivo è un sistema complesso composto da numerosi componenti che consentono la regolazione sicura e precisa della pressione della cuffia e riducono le complicanze derivanti da un'eccessiva insufflazione o sgonfiaggio accidentale della cuffia durante l'intervento chirurgico. Consiste in una manica in tessuto collegata ad una pompa, dotata di manometro, utilizzata per il gonfiaggio. Attualmente il dispositivo è utilizzato nei pronto soccorso e nelle sale operatorie dedicate all'ortopedia. Il principale svantaggio derivante dal suo utilizzo è dato dai lunghi tempi di applicazione rispetto ad altri lacci arteriosi e dalla difficoltà di trasporto del paziente a cui è applicato, a causa della presenza della pompa di gonfiaggio.

SOFT - T (TATTICO TATTICO DELLE FORZE OPERAZIONI SPECIALI).

Questo presidio rappresenta la diretta evoluzione del laccio emostatico da combattimento. Si differenzia dal CAT per il fatto di avere una “clip” con due ganci che permette, durante l'applicazione, di avere un punto di ancoraggio temporaneo per mantenere la canna in torsione. Questo è infine stabilizzato all'interno di un anello di metallo triangolare.

La sostanziale differenza tra questo tipo di dispositivo ed i tipi sopra descritti risiede nell'assenza in questo TQ dell'asta tendicorda e della clip di fissaggio. È costituito essenzialmente da un'anima di materiale elastico avvolto in una guaina in poliestere e da un meccanismo di bloccaggio in alluminio. A livello fisico, l'azione di rotazione che era necessaria nei suddetti dispositivi non deve essere eseguita. Ha una larghezza minore rispetto agli altri ausili e quindi la sua applicazione potrebbe comportare un maggior danno tissutale e di conseguenza un maggior dolore.

Ovviamente, come per tutti i diversi dispositivi e ausili che vengono utilizzati in campo medico chirurgico, l'applicazione del Tourniquet deve necessariamente rispettare procedure validate sia dal comitato scientifico che elabora le linee guida sia dal produttore di questo strumento. Infatti, è sempre necessario valutare il rapporto tra i vantaggi potenzialmente ottenibili ed eventuali danni secondari che deriverebbero dal suo ipotetico utilizzo.

non è prevista la presenza di tali sedi, il tempo va riportato sulla fronte del paziente, procedura ormai consolidata in caso di maxi-emergenza, dove l'arrivo di decine di feriti fa si che il numero riportato sulla fronte consenta l'orientamento del paziente. triagista permettendogli di cercare immediatamente il sito dell'emorragia.

• Il dispositivo non deve essere rimosso fino all'arrivo della persona in sala operatoria o al Centro traumatologico più vicino. Mantenere il QT sempre in posizione evita due gravi effetti avversi che potrebbero avere complicazioni, a volte anche fatali: la ripresa del fenomeno emorragico, e il rilascio di metaboliti tossici nel flusso sanguigno. In particolare, se questo venisse rimosso, verrebbero rilasciati nel sangue mioglobina e potassio, che potrebbero portare all'insorgenza di un ACR (arresto cardiorespiratorio).

Mentre in ambito civile la gestione di un paziente traumatizzato avviene attraverso l'utilizzo del protocollo ABCDE, in ambito tattico militare questo viene sostituito dal protocollo “MARCIA - ON”. Generalmente, infatti, quando si tratta di un contesto militare, il paziente che viene ferito sarà soggetto ad abbondanti perdite ematiche. Il MARCH-ON valuta prima la lettera “M”: indica la gestione e il trattamento del sanguinamento attraverso l'applicazione del laccio emostatico.

L'uso del QT è produttivo in caso di grosse emorragie conseguenti ad arti amputati o semi-amputati, emorragie non controllabili con altre modalità a causa della posizione della vittima, eventi con molte vittime e pochi soccorritori: in questo modo è possibile mantenere il controllo su diverse vittime con poco personale. Dalla letteratura emerge che nei pazienti politraumatizzati gravi con emorragia massiva agli arti e che sono a rischio di vita, l'uso del laccio emostatico è preferibile alla compressione diretta. L'esperienza comune indica che il controllo delle emorragie critiche degli arti sulla scena è estremamente complicato con l'uso della compressione locale e

diventa più facile da ottenere con il posizionamento di un TQ a monte della ferita. Tale procedura, inoltre, permette di liberare l'operatore dall'azione emostatica e di far fronte ad altri tipi di emergenze determinando così anche un vantaggio logistico ed organizzativo. Inoltre risulta essere un dispositivo piuttosto semplice da utilizzare, tanto da permettere l'autoapplicazione da parte di soggetti in preda a emorragie.

Il QT, però, non deve più essere rimosso fino a quando il soggetto non arriva in una struttura adeguata (il Trauma Center più vicino ad esempio), evitando così il rinnovo del fenomeno emorragico. Tuttavia, la sua applicazione continua per intervalli di tempo troppo lunghi crea una serie di problemi. Se questa situazione si protrae per più di due ore, riduce il flusso sanguigno a un arto causando ischemia, necrosi cutanea, danni ai vasi sanguigni o danni ai nervi e ai muscoli. Se l'applicazione persiste, invece, per più di sei ore, è necessaria l'amputazione dell'arto interessato in quanto completamente necrotizzato. Per evitare l'insorgere del fenomeno ischemico, le linee guida suggeriscono di allentare il laccio periodicamente ad intervalli di 20 minuti; deve quindi essere allentato per circa 30 secondi. Diversi studi hanno dimostrato che per evitare tali complicazioni, il QT deve essere utilizzato per circa due ore. Uno studio condotto su 110 pazienti con ferite da combattimento ha mostrato che il 5,5% delle applicazioni, della durata compresa tra 109 e 187 minuti, ha causato complicazioni neurologiche ma nessuna di queste ha richiesto l'amputazione. Il tempo medio per un'applicazione semplice è stato quindi di 78 minuti.

L'emorragia che si sviluppa in contesti diversi dall'ospedale è molto spesso correlata al verificarsi di eventi traumatici. Rappresenta una vera emergenza sanitaria. Il suo trattamento, per prevenire le principali complicanze, deve essere rapido e mirato tanto che nella pratica clinica si parla di Golden Hour o addirittura Platinum Ten. La sua gestione è determinata dall'applicazione di metodologie e approcci specifici e consolidati tra i vari operatori sanitari: degni di nota sono il protocollo ABCDE utilizzato in ambito civile, e il protocollo MARCH ON

utilizzato in campo militare. Questi consentono una rapida valutazione, seguita da un trattamento mirato delle complicanze che potrebbero insorgere. La gestione del fenomeno delle lesioni emorragiche contempla strategie differenti a seconda del tipo di sanguinamento, che si può distinguere tra interno ed esterno. Nello specifico, il trattamento della lesione emorragica esterna si effettua effettuando compressioni a livello della ferita e mediante emostasi del vaso interessato dalla lesione.

Da ciò si evince che l'utilizzo del QT consente una completa emostasi a valle della sua localizzazione. Sfortunatamente, tuttavia, questo dispositivo non è ampiamente utilizzato in ambito extraospedaliero per la gestione delle ferite sanguinanti.

[…] L'uso del laccio emostatico in ambito extraospedaliero nella gestione delle ferite sanguinanti. tratta da AssoCareNews.it - ​​Quotidiano della Salute [...]

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