Lesioni da pressione e medicazioni, aspetti generali sulle istruzioni per l'uso

2021-12-14 18:36:56 By : Ms. Jessica Ma

Inserito il 28.05.18 da Chiara Sabati Aggiornato il 05.07.18

La medicazione è considerata una componente centrale nel trattamento delle piaghe da decubito (LdP), tuttavia il suo utilizzo deve essere contestualizzato all'interno di un approccio che consideri il paziente nel suo insieme e globalmente.

La medicazione della ferita inizia sempre con una valutazione globale del cliente

La valutazione di una persona con un'ulcera da pressione è la base per la pianificazione del trattamento, per la stima degli effetti del trattamento e per la comunicazione con altri operatori sanitari.

La prima valutazione dovrebbe determinare la posizione, lo stadio e le dimensioni della lesione da pressione, insieme alla presenza di tratti cavi, tessuto indebolito, tunneling, essudato, tessuto necrotico, tessuto di granulazione ed epitelizzazione.

Valutazione di una lesione da pressione

La valutazione della lesione dovrebbe essere ripetuta almeno settimanalmente, ma il peggioramento sia delle condizioni generali della persona che della lesione stessa, richiedono una ripetizione della valutazione della lesione più immediata e la contestuale rivalutazione del piano di trattamento .

Quando si sviluppa un piano di cura per il trattamento delle piaghe da decubito, non ci si dovrebbe limitare alla sola valutazione delle lesioni, ma considerare l'individuo nel suo insieme.

La valutazione dovrebbe includere l'anamnesi del paziente e l'esame obiettivo completo, l'identificazione di complicanze e patologie concomitanti, la valutazione nutrizionale, la valutazione del dolore, la valutazione dello stato psicosociale e la valutazione del rischio di una persona di sviluppare ulteriori piaghe da decubito.

La medicazione è considerata una componente centrale nel trattamento delle piaghe da decubito (LdP), tuttavia il suo utilizzo deve essere contestualizzato all'interno di un approccio che consideri il paziente nel suo insieme e globalmente.

Infatti, se l'applicazione di una medicazione adeguata aiuta ad ottimizzare il microambiente di guarigione della ferita - supportando localmente il processo di riparazione dei tessuti - è innegabile che anche il prodotto più avanzato e sofisticato non sarà in grado di portare a chiusura una lesione cutanea se al allo stesso tempo non agisce anche sul fronte del trattamento delle cause alla base del danno tissutale, nonché della gestione degli aspetti relativi alla salute generale del paziente, in linea con le indicazioni proposte dal paradigma WBP.

Va sottolineato che, nel caso in cui un LdP non mostri progressi verso la guarigione entro 2 settimane (o come previsto, viste le condizioni generali del soggetto e l'attitudine alla guarigione), non vi è indicazione a cambiare tipo di medicazione, ma c'è la raccomandazione di “rivalutare la LdP, l'individuo e il piano di cura”, per ribadire l'importanza non solo di preoccuparsi del 'buco' ma di prendersi cura del paziente attorno a quel 'buco'.

Nell'ambito di quella che viene definita la scelta appropriata della medicazione, le recenti linee guida di NICEe di NPUAP/EPUAP/PPPIA raccomandano l'utilizzo di medicazioni che favoriscono l'ambiente umido e garantiscono l'isolamento termico mantenendo una temperatura fisiologica stabile.

Nello specifico, la medicazione è chiamata a controllare l'essudato presente, senza però essiccare il letto della ferita e nel contempo preservare l'integrità della cute perilesionale mantenendola asciutta.

Altre cose da considerare quando si seleziona la medicazione includono:

Poiché la guarigione delle ferite cutanee è un evento dinamico, le linee guida raccomandano anche "Valutare LdP ad ogni cambio di medicazione per confermare l'adeguatezza dell'attuale regime di medicazione".

In altre parole, anche se la medicazione scelta inizialmente era giusta, col tempo e le condizioni della ferita e del paziente cambiano, potrebbe non essere più corretta.

In presenza di LdP cavitario, con spazi cavi e/o sottominati, per garantire l'assorbimento dell'essudato e il controllo della carica batterica, prevenendo la formazione di ascessi, resta valida la regola del riempimento del difetto di sostanza con materiale di medicazione. deve conformarsi alla ferita e rimanere in contatto con il letto del LdP.

Tuttavia, l'eccessivo riempimento è sconsigliato per non causare danni da compressione ai tessuti con conseguente ritardata guarigione.

Quando si cambia la medicazione è essenziale che tutti i prodotti della medicazione vengano rimossi nella loro interezza. Le linee guida NPUAP / EPUAP / PPPIA raccomandano di seguire le indicazioni del produttore, in particolare per quanto riguarda la frequenza dei cambi di medicazione.

In generale, le medicazioni devono essere lasciate in sede il più a lungo possibile, in base alle condizioni cliniche e in conformità con le istruzioni del produttore, evitando inutili sostituzioni.

È stato infatti dimostrato che medicazioni non isolanti o ad alta frequenza di cambio determinano un raffreddamento della superficie della ferita, con un rallentamento della guarigione. La proliferazione cellulare raggiunge la massima velocità di replicazione ad una temperatura compresa tra 35 °C e 37 °C.

Inoltre, la rimozione prematura o troppo frequente delle medicazioni adesive può danneggiare sia la cute perilesionale (stripping delle cellule epiteliali) sia il letto stesso della ferita.

La medicazione deve essere sostituita solo prima della scadenza programmata:

Se ciò accade frequentemente, la scelta della medicazione dovrebbe essere rivista, includendo se vengono utilizzate medicazioni tradizionali invece di medicazioni avanzate.

Soprattutto in ambito domiciliare, dovrebbe esserci un orientamento (alla famiglia, al caregiver, al paziente, ecc.) riguardo ai cambi di medicazione di emergenza, resi necessari a causa di contaminazione, distacco e/o altri problemi legati alla medicazione.

L'utilizzo di più medicazioni è una pratica molto comune nel trattamento locale delle lesioni cutanee: la " medicazione primaria" (cioè il dispositivo a diretto contatto con il letto della ferita) necessita spesso di un sistema di fissaggio per rimanere in sede o di un'altra medicazione (" medicazione secondaria") che ne integra o completa l'azione. Tuttavia, le conseguenze, gli effetti oi costi della combinazione di prodotti diversi non sono sempre noti o considerati.

In letteratura, infatti, l'associazione delle medicazioni è stata raramente oggetto di studi. In realtà si tratta di un'omissione importante, in quanto la prestazione finale dipende proprio dall'interazione tra medicazione primaria e medicazione secondaria.

In genere le aziende commerciali forniscono suggerimenti su possibili associazioni, limitate però a condimenti di propria produzione; per quanto riguarda gli abbinamenti sconsigliati si prende a riferimento il fatto che le medicazioni non siano compatibili tra loro o che influenzino negativamente le prestazioni dei dispositivi.

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