Medicazioni avanzate: quale uso e in quali casi? - AssoCareNews.it - Quotidiano Sanitario Nazionale

2022-09-11 05:53:35 By : Ms. Mellisa Ye

E’ definita lesione da pressione, una lesione tessutale, con evoluzione necrotica, che interessa:la cute, il derma e gli strati sottocutanei, fino a coinvolgere nei casi più gravi la muscolatura e le strutture ossee.

I fattori che contribuiscono la formazione di lesioni da pressione possono essere locali: pressione, stiramento o taglio, attrito o frizione; oppure sistemici: età, riduzione della mobilità, malnutrizione, diabete, malattie febbrili.

Nel corretto approccio alle lesioni da pressione è indispensabile far riferimento alle Linee Guida validate internazionali ( A.H.R.Q. Agency for Healthcare Research and Quality) a cui fanno riferimento anche quelle italiane.

Si tratta di raccomandazioni (identificate con le lettere : A-B-C-D a seconda dell’importanza e delle validazioni cliniche eseguite da un comitato di esperti) di comportamento clinico agli operatori sanitari, elaborate attraverso un processo sistematico e multidisciplinare, con il preciso scopo di indicare le modalità di assistenza più appropriate.

Le Linee Guida per la prevenzione delle ldp. sono finalizzate al raggiungimento di quattro

Le due grosse branche di intervento in materia di ldp sono:

1- la PREVENZIONE (valutare la capacità di alimentarsi correttamente;pianificare una sistematica e corretta mobilizzazione; effettuare una corretta igiene della cute; controllare l’incontinenza; utilizzare correttamente i presidi e gli ausili antidecubito).

2-VALUTAZIONE E STADIAZIONE (N.P.U.A.P. National Pressure Ulcer Advisory Panel)

3- TRATTAMENTO E CURA DELLA LESIONE, le linee guida per il trattamento delle ldp forniscono raccomandazioni specifiche in queste 6 aree di intervento :

Il D.M. 739/94 art.1 punto 3 lettera C recita:” L’Infermiere pianifica, gestisce e valuta l’ intervento assistenziale infermieristico” ed al punto D:”…Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostiche-terapeutiche”. La legge Gelli Bianco n. 24 del 3/2017 : Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonche’ in materia di responsabilita’ professionale degli esercenti le professioni sanitarie; pertanto l’infermiere debitamente formato, deve essere in grado di approcciarsi nel modo migliore in collaborazione con il team multidisciplinare al paziente con ldp o con elevato rischio di formazione di ldp.

La cura iniziale della lesione comprende lo sbrigliamento, la pulizia della ferita, l’applicazione delle medicazioni. In alcuni casi, è richiesto il trattamento chirurgico (trattamento esclusivo del medico).

Diversi studi hanno evidenziato che le fasi di riparazione tessutale aumentano in ambiente in ambiente umido ( ad es.:Teoria di G.Winter 1962), con l’aumento esponenziale dei casi e conseguentemente della spesa sanitaria, le medicazioni tradizionali (attive nelle solo 24 ore di utilizzo) sono state quasi completamente sostituite dalle medicazioni avanzate (aumento delle case produttrici nella creazioni di medicazioni aumentando così la necessità di formazione del personale infermieristico ed esperto all’utilizzo delle stesse).

Con il termine “medicazioni avanzate”, si definisce un materiale di copertura che abbia  caratteristiche di biocompatibilità .

In pratica, tale materiale permette l’interazione con il  tessuto, provocandone una risposta specifica.

Nella gestione di una lesione, è necessario come priorità assoluta identificarne l’eziologia.

Una volta risolto questo aspetto, sarà necessario orientarsi verso gli obiettivi principali:

Tali obiettivi si possono perseguire attraverso la scelta appropriata di una singola medicazione avanzata o, in alternativa, da una combinazione di più medicazioni. Si definisce medicazione primaria quella che entra in contatto diretto con la superficie di lesione, mentre quella secondaria àncora la medicazione primaria alla cute.

Tra Le principali categorie di medicazioni avanzate in base al tipo di lesione sono:

Per scegliere la medicazione più corretta, occorre considerarne le seguenti caratteristiche:

Queste medicazioni possono rimanere in sede dalle 48 alle 72 ore. Tuttavia, occorre ricordarsi di eseguire sempre una pulizia iniziale della ferita con soluzione idrosalina. Secondo le ultime linee guida del NICE The National Institute for Health and Care Excellence è sconsigliato l’utilizzo di disinfettanti ad uso topico.

Descrizione: sottili membrane trasparenti di polietilene e poliuretano rivestite con uno  strato adesivo acrilico ipoallergenico.  Sono medicazioni non assorbenti, permeabili al  vapore acqueo ed all’ossigeno, ma impermeabili ai microrganismi ed ai virus.

Utilizzo: protezione preventiva di sedi alto rischio e soggette a frizione, debridement  autolitico, favorisce un ambiente umido, usate  come medicazioni secondarie in  associazione a garze non aderenti o a idrogeli.

Vantaggi: essendo una medicazione trasparente consente di ispezionare la lesione in ogni momento, è adesiva e molto conformabile.

Svantaggi: non è indicato su lesioni con essudato medio – alto, su lesioni cavitarie o tratti  fistolosi, con margini perilesionali fragili o infetti.

Descrizione: è una medicazione semimpermeabile, composta da gelatina, pectina  e particelle di carbossimetil-cellulosa sospese su differenti polimeri e su materiale adesivo.

Utilizzo: lesioni a spessore parziale o totale,  essudazione media, lesioni con tessuto  necrotico da rimuovere, medicazione  secondaria. Può essere utilizzata anche come medicazione preventiva.

Vantaggi: è conformabile, assorbente, impermeabile verso contaminazioni esterne. Promuove il debridment autolitico e può essere utilizzato in associazione a bendaggio elastocompressivo.

Svantaggi: controindicato su lesioni con forte essudato, su ustioni o in caso di margini

Descrizione: Sono medicazioni composte da carbone, che ha caratteristiche adsorbenti in  tessuto non tessuto. E’ a base di carbone attivo adsorbente, con aggiunta di argento dalle  caratteristiche disinfettanti.

Utilizzo: Vengono utilizzate per il trattamento di lesioni maleodoranti e/o infette a spessore  parziale e totale, facilmente conformabili in lesioni cavitarie.  Vantaggi: Alta capacità idratante. Promuovono autolisi e sono altamente conformante.

Svantaggi: Non devono essere tagliate perché perderebbero la loro azione. Sconsigliate in  lesioni con escara secca.

Descrizione: Composti fluidi in gel amorfi composti principalmente da acqua (75%) e  glicerina (12%).

Utilizzo: Lesioni a spessore parziale o totale, essudazione media, lesioni necrotiche con escara, lesioni infette. Possono essere associati a medicazioni secondarie.

Vantaggi: Alta capacità idratante. Promuovono autolisi e sono altamente conformante.

Svantaggi: Controindicati su lesioni altamente essudanti. Un loro uso scorretto porta alla  macerazione del margine perilesionale.

Descrizione: Medicazioni a base di sali di calcio e sodio, acido alginico.

Utilizzo: Lesioni a spessore parziale o totale, essudazione media- intensa, lesioni contaminate infette, lesioni cavitarie, lesioni con sottominatura e tragitti fistolosi.

Vantaggi: E’ una medicazione assorbente,

semplice da usare e con capacità emostatiche. Utile come medicazione di riempimento.

Svantaggi : Controindicata su lesioni secche, con presenza di escara, quindi non essudanti. Inoltre si possono trovare in commercio con ioni argento a carattere antisettico.

Descrizione: schiume semimpermeabili idrofiliche di poliuretano, che possono  assumere manifattura differente in base al produttore.

Utilizzo: lesioni a spessore parziale o totale, essudazione minima – intensa. Da impiegare  in presenza di cute perilesionale deteriorabile, lesioni cavitarie, associata ad altre  medicazioni.

Vantaggi: alta capacità assorbente, utile in combinazione con terapia elastocompressiva.  Oltre a vantare semplicità d’uso, può conformarsi a misura della lesione da trattare.

Svantaggi: contraindicata su lesioni non essudanti con fondo secco.

Descrizione : Le medicazioni non aderenti sono medicazioni molto semplici, costituite in un singolo strato di rete tessuta che quando viene messo a contatto con la base della lesione agisce come materiale con una bassa aderenza. La struttura può essere costituita da poliestere, poliammide, rayon-viscosa o cotone; può essere impregnata dai più svariati prodotti al fine di ridurne l’adesività, come ad esempio: petrolatum, la carbossimetilcellulosa (CMC), la paraffina, la vaselina, i polisaccaridi, i trigliceridi, il silicone. Questi materiali permettono all’essudato della lesione di passare alla medicazione secondaria.

Utilizzo : Le medicazioni non aderenti possono essere usate come medicazioni primarie nel caso di lesioni a spessore parziale o a tutto spessore, di lesioni con un essudato minimo, moderato o abbondante, e nelle aree di prelievo cutaneo.

Vantaggi: possono proteggere la base delle lesioni dai traumi durante i cambi delle medicazioni, possono essere applicati insieme a prodotti topici, di riempimento delle lesioni, o garze.

Svantaggi: sono sconsigliati nel caso di ulcere da pressione al I stadio o nel caso di lesioni superficiali, disidratate, o coperte da un’escara, oppure con un essudato viscoso richiedono una medicazione secondaria.

Altri tipi di medicazioni in commercio: medicazioni attive, collagene, medicazioni al silicone…

-Curare le lesioni da decubito di Ivan Santoro;

– Le lesioni da pressione reg. Lombardia di O. Forma e A. Bellingeri;

-Prevenzione e Trattamento delle lesioni da decubito –LINEE GUIDA INTEGRALI dell’ A.H.C.P.R.-versione italiana di A. Calosso e E. Zanetti;

 -Guida Clinica alla cura delle lesioni cutanee di C.T. Hess versione italiana di A. Bellingeri;

 -Corso sulle L.d.D. 2001 Gruppo Geriatrico Genovese;

 – XIII° Congresso ACOI :”Le medicazioni avanzate,il punto infermieristico”Napoli Maggio 2004 di Ivan Santoro;

 – Linee guida AHRQ;

 – Linee guida NICE;

 – Legge Gelli/Bianco n.24 3/17.

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