Siot per l'Ucraina: al via la raccolta di strumentazione chirurgica per ferite di guerra

2022-04-21 08:09:37 By : Ms. Sunny SONG

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La Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot) sostiene l’iniziativa per la raccolta di strumenti chirurgici e kit medici da destinare all’ospedale ucraino di Khmelmitskyi lanciata dall’ortopedico e socio Francesco Allegra assieme alla Onlus Il Caleidoscopio di Roma, in collaborazione con il collega Andrea Grasso e con il professor Giuseppe Milano.

«È un appello che rivolgiamo a tutti i medici e tutte le strutture sanitarie italiane per ampliare la catena di solidarietà in favore della popolazione ucraina attiva già dai primi giorni di inizio del conflitto, con la rete di accoglienza e assistenza medica per i profughi in fuga – dice il presidente Siot Paolo Tranquilli Leali –. Tutti, soprattutto noi medici, abbiamo il dovere di fare qualcosa e lo possiamo fare concretamente anche raccogliendo gli strumenti personali che non usiamo più e favorendo la raccolta di quelli dismessi dalle strutture, in modo tale da consentire ai colleghi ucraini di prestare cure adeguate alle centinaia di feriti di guerra».

«Serve soprattutto materiale per la fissazione di fratture e per il trattamento delle ferite da armi da fuoco, esplosione o travolgimento, da destinare a una struttura sanitaria di seconda linea che si trova nella zona est del Paese – spiega Francesco Allegra, consulente interno presso la Uoc di ortopedia universitaria del Polo Pontino dell’Università La Sapienza di Roma –. Si tratta di un gesto di concreta solidarietà verso i nostri colleghi ucraini, dei quali non possiamo divulgare i nomi per motivi di sicurezza, chiamati a lavorare in condizioni molto critiche. Quanti vorranno fare uno sforzo in più potranno mettere da parte dei set di Vac per il trattamento delle ferite passanti».

Assieme al collega Andrea Grasso, ortopedico di Roma, hanno già consegnato due carichi di materiale chirurgico al centro umanitario che si trova al confine con la Polonia. «Il materiale è stato affidato al personale medico che poi è ripartito in direzione est, per rifornire un ospedale della zona di Khmelmitskyi», racconta Allegra che ha deciso di partire assieme ai volontari.

Lungo la via del ritorno, il gruppo ha accompagnato un gruppo di profughi nella Repubblica Ceca, a Cracovia, in Austria e in Italia, dove i rifugiati sono stati affidati alla rete della Caritas e ai centri del comune di Roma e di altre amministrazioni comunali.

«I profughi sono tutti del Donbas – continua Allegra –. Gli uomini sono rimasti a combattere, mentre le donne sono riuscite a fuggire assieme ai figli minorenni e agli anziani. Una donna è scappata dalla zona in cui si trova la centrale nucleare di Zaporižžja: ha tre figli di 10, 7 e 1 anno appena e il marito è lì a combattere. I medici ucraini sono stati contentissimi perché il materiale serve per fronteggiare l’emergenza sanitaria sul campo: c’è l’occorrente per la medicazione, ci sono coperte termiche, c’è il necessario per le suture. Tutto quel che serve per gli ospedali militari. Ma non basta. È necessario altro materiale e con Andrea Grasso e Giuseppe Milano ci siamo messi in moto per proseguire nella raccolta e organizzare altri viaggi».

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