Torre del Greco, l’sos di Pasquale, ammalato di Sla: «I miei parenti col Covid e l’Asl non mi assiste più» - CorrieredelMezzogiorno.it

2021-12-27 18:14:01 By : Ms. Sally Zhong

Si chiama Pasquale Imperato, vive a Torre del Greco ed è ammalato di Sla. Ma soprattutto lamenta l’abbandono da parte delle istituzioni. Pasquale ha fatto arrivare una lettera al Corriere del Mezzogiorno denunciando il suo caso. «Vorrei segnalare un problema di cattiva sanità - scrive lui grazie al comunicatore oculare — praticamente sono risultati positivi al tampone molecolare dell’Asl, tre membri del mio nucleo familiare che avevano avuto contatti con una persona a sua volta positiva al covid. Appresa tale notizia di positività e seppur essendo negativo al test e non potendo cambiare abitazione, né io e né i miei familiari obbligati a stare insieme. Giustamente, da persona civile ho comunicato telefonicamente al servizio infermieristico domiciliare, che effettua la medicazione alla tracheostomia che mi permette di respirare e alla peg per la nutrizione; ma l’operatore mi riferisce la sospensione della assistenza infermieristica e che dovevo avvisare il servizio assistenza domiciliare (ADO) dell’ASL Napoli 3 sud e il distretto sanitario per attivare l’USCA. Allertato ADO mi comunica che non è di loro competenza e devo contattare il mio medico di base e far attivare l’USCA, sentito il mio medico di base mi risponde lui non sa come procede e al quel punto l’ultima carta da giocare è chiamo il dirigente del distretto sanitario 57 di appartenenza mi scrive che si informerà».

«A questo punto con la mia caparbietà — continua la lettera di Pasquale — scrivo al responsabile ADO che si sarebbe occupato lui della mia situazione. Morale: io sono senza assistenza infermieristica domiciliare dal giorno 13 dicembre. Vorrei fare un appello sia al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che all’assessore Lucia Fortini, non è possibile che ogni trimestre venga fatta l’UVI (unità di valutazione invalidi) per gli ammalati gravissimi e con malattie rare come la SLA; SMA, SM e distrofia muscolare dove non c’è possibilità di guarigione. Sarebbe il caso di farlo una volta l’anno come si fa in quasi tutte le regioni d’Italia. Intanto si lasciano gli ammalati, come nel mio caso, senza presidi medici e assistenza».

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