Flittene: drenare o non drenare?

2021-11-29 11:05:43 By : Ms. Wendy Chen

Inserito il 01.06.20 da Silvia Stabellini Aggiornato il 10.08.21

Flittena, chiamata anche vescica o vescica, è definita come un'elevazione dell'epidermide circoscritta, solitamente contenente sierosa o, in alcune circostanze, sangue. È classificato come un infortunio di II grado. Se infetto, il liquido può diventare purulento o torbido. Poiché ci sono molte cause di vesciche, non esiste un'unica modalità di trattamento. La difficoltà del professionista nel gestire correttamente questo tipo di lesione deriva anche dal fatto che non esistono indicazioni precise, soprattutto perché non esistono studi con elevate evidenze di efficacia e questo impedisce la stesura di linee guida definite.

Le cause più frequenti di formazione di bolle sono:

Le vesciche da sfregamento/sfregamento sono le uniche su cui si può agire preventivamente: è necessario ridurre l'attrito nelle zone soggette a queste forze. Ciò diventa fondamentale nei pazienti allettati e nei pazienti diabetici, che devono prestare particolare attenzione alla scelta delle calzature e all'igiene e alla cura del piede.

Poiché ci sono molte cause di vesciche, non esiste un'unica modalità di trattamento. In generale, è necessario identificare la patologia o l'evento che ha causato la comparsa delle vesciche. Escludendo le vesciche causate da malattie che non vanno curate, ma guariranno con la risoluzione della malattia, le vesciche causate da ustioni o sfregamenti possono essere gestite direttamente.

Al riguardo ci sono molte opinioni, a volte contrastanti e purtroppo la letteratura è limitata. Ci sono due possibili approcci.

L'ambiente umido per la guarigione della ferita è incoraggiato, l'integrità del blister funge da barriera naturale contro le infezioni e le citochine, insieme ai fattori di crescita presenti nel siero, possono migliorare la guarigione.

Prolunga il processo infiammatorio aumentando i tempi di guarigione.

Può ridurre la probabilità di progressione della ferita riducendo la pressione e consente l'osservazione diretta della base della ferita.

Può aumentare il rischio di infezione.

Alcune fonti sostengono che la prima scelta porti addirittura ad un peggioramento della lesione, soprattutto se la vescica è dovuta a lesione da pressione, poiché queste hanno la caratteristica di progredire quando vengono lasciate a se stesse, anche in assenza di ulteriori stimoli.

Per quanto riguarda il secondo approccio, la procedura prevede di forare la flittena con una cannula ad ago sterile e di far fuoriuscire tutto il liquido all'interno, senza rimuovere il tetto della lesione. In caso di lesione da pressione, si può quindi procedere al risciacquo della cavità del flaconcino con iodio povidone, riaspirarlo completamente ed infine applicare un morbido tampone protettivo.

La difficoltà del professionista nel gestire correttamente questo tipo di lesione deriva anche dal fatto che non esistono indicazioni precise, soprattutto perché non esistono studi con elevate evidenze di efficacia e questo impedisce la stesura di linee guida definite.

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