Un tatuaggio è (non) per sempre Ed è meglio sapere dieci cose - Cronaca, Bergamo

2021-11-29 10:35:06 By : Mr. Bien Zhu

Ma non tanto per i tatuaggi, quanto per la decisione - non così rara - di toglierselo. Almeno noi governiamo.... C'è infatti chi lo fa per lavoro, chi vuole eliminare nomi o ricordi legati all'ex compagno o chi vuole cancellare le tracce di un vecchio disegno sbiadito. Non mancano i pentiti di tatuaggi in Italia: secondo i dati raccolti dall'Associazione italiana di chirurgia plastica estetica (Aicpe), nel solo 2014 le rimozioni di tatuaggi sono state 12mila.

«Rimuovere un tatuaggio è molto più difficile che farlo, e non sempre è possibile farlo - afferma Luca Siliprandi, chirurgo plastico vicepresidente di Aicpe -. I tatuaggi spesso si fanno da giovani senza pensare che sia un segno che ci accompagnerà per sempre. Molti si annoiano, cambiano gusti e passioni e poi decidono di cancellare il disegno o la scritta. Alcuni lo fanno per lavoro: non avere tatuaggi o piercing è obbligatorio per chi decide di arruolarsi nell'esercito o in polizia, carabinieri, enti finanziari”.

Ci sono alcune cose che chi decide di rimuovere un tatuaggio dovrebbe sapere: primo punto, non sempre la scomparsa completa è possibile. «Non sempre il laser cancella completamente il tatuaggio, così come la gomma cancella il segno di una matita; l'efficacia del trattamento dipende dal colore, dalla profondità, dalla densità e dal tipo di pigmento e dal fototipo del paziente, cioè dal colore della sua pelle (bianca, olivastra, nera)» afferma Siliprandi.

In secondo luogo, rivolgersi solo a professionisti esperti del settore, in grado di proporre tecniche moderne. «Al momento la tecnica più efficace è rappresentata dai laser q-switched (laser QS), strumenti che producono un impulso laser di brevissima durata (nanosecondi, pochi miliardesimi di secondo) - afferma il vicepresidente di Aicpe -. Questo distrugge le cellule all'interno delle quali si accumulano i granuli di pigmento, rompendole in frammenti più piccoli (diametro compreso tra 10 e 100 millesimi di millimetro) che vengono smaltiti nei fluidi corporei o migrando le cellule nel corso dei giorni e delle settimane successive. Trattamenti ripetuti, intervallati da un congruo periodo di tempo (generalmente 45 - 60 giorni) per consentire la rimozione spontanea dei pigmenti, consentono di perseguire la progressiva scomparsa del tatuaggio».

Terzo, calcola bene i tempi, perché rimuovere un tatuaggio è un processo lungo: occorrono diverse sessioni distanziate di circa 6-8 settimane. L'esposizione della pelle trattata al sole o alle lampade abbronzanti deve essere evitata per almeno un mese, avendo cura, durante le prime esposizioni, di utilizzare creme solari ad alta protezione (filtri 30+-50+).

In quarto luogo, è difficile sapere in anticipo quante sessioni saranno necessarie per rimuovere un tatuaggio. Nei casi più facili variano da 3 a 5, mentre in quelli più difficili si arriva a 8-12 sedute. In una piccola percentuale di casi, il trattamento può essere insoddisfacente. Dipende da diversi fattori: dal tipo di tatuaggio (quelli professionali sono solitamente più difficili da rimuovere a causa della maggiore profondità del pigmento e della sua alta densità); il colore (verde, blu e soprattutto giallo, sono molto difficili (a volte impossibili) da rimuovere, mentre il rosso, in alcuni casi, può scurirsi, a causa di eventuali materiali ferrosi presenti nel pigmento). I tatuaggi più vecchi sono più facili da cancellare rispetto a quelli più recenti perché il corpo ha già rimosso parte del pigmento.

Quinto punto, la durata di ogni singola seduta dipende dalla superficie del tatuaggio da rimuovere. Un'area di 4 centimetri per lato viene trattata in una decina di minuti.

Sesto, i tatuaggi cosmetici (sopracciglia, labbra, areole, mimetismo di cicatrici) di colore rosa-marrone-arancio, devono essere trattati con molta cautela, effettuando dei test su piccole aree prima di procedere al trattamento completo, in quanto "contengono zinco e ossido di titanio e se trattate con il laser QS possono diventare irreversibilmente nere» afferma lo specialista Aicpe.

Settimo, il paziente può interrompere in qualsiasi momento il trattamento di rimozione, sapendo però che in questo modo il lavoro non è completato.

Ottavo, il trattamento laser QS è doloroso. Per ridurre il dolore, la crema anestetica viene solitamente applicata 30 minuti prima della seduta e durante il trattamento viene applicato del ghiaccio sulla pelle.

Nove, la rimozione è più problematica per chi ha la pelle scura. «Chi ha la pelle olivastra, mulatta o nera o comunque di colore più scuro rispetto al tatuaggio da rimuovere corre un forte rischio di alterare la pigmentazione - spiega Siliprandi -. La rimozione è sconsigliata anche a chi ha tendenza a sviluppare cicatrici ipertrofiche o cheloidi, a chi ha infezioni cutanee attive. Prestare invece attenzione alle terapie farmacologiche o ai farmaci fotosensibilizzanti.

Decimo, dopo il trattamento si formano delle bolle sulla pelle. È indicato per trattare la pelle con pomate antibiotiche e per applicare una medicazione occlusiva con garza di vaselina per uno o due giorni, fino alla formazione di croste.

Occorre infine sapere che, in corrispondenza del tatuaggio rimosso, può rimanere una sorta di ombra denominata “fantasma del tatuaggio”. Può durare qualche anno o anche per sempre.

AICPE: L'Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica (www.aicpe.org), la prima in Italia dedicata esclusivamente all'aspetto estetico della chirurgia, nasce nel settembre 2011 per dare risposte concrete in termini di servizi, tutela, aggiornamento e rappresentanza. All'AICPE, gemellata con l'American Society for Aesthetic Plastic Surgery (ASAPS), la più importante azienda di chirurgia estetica al mondo, si sono aggiunti oltre 200 chirurghi in tutta Italia. Gli iscritti Aicpe possono essere solo professionisti con specifica e comprovata formazione in chirurgia plastica estetica, che aderiscono ad un codice etico e di comportamento da seguire dentro e fuori la sala operatoria. L'associazione ha elaborato e pubblicato le prime linee guida di settore, disponibili sul sito, che descrivono il modus operandi dei principali interventi. Scopo dell'AICPE è tutelare in vario modo i pazienti ei chirurghi plastici: regolamentando l'attività professionale sia per le attività sanitarie sia per le regole etiche di comportamento; rappresentare i chirurghi plastici estetici nelle sedi istituzionali, scientifiche, tecniche e politiche a tutela della categoria e del ruolo; promuovere la preparazione culturale e scientifica.